Come evitare la doppia imposizione internazionale

La doppia imposizione internazionale è un problema fiscale che può colpire individui e aziende che operano in più di un paese. Si verifica quando un reddito viene tassato sia nel paese di origine che in quello di residenza del contribuente. Questo fenomeno può erodere i guadagni e rappresentare un ostacolo significativo al commercio e agli investimenti internazionali.
Fortunatamente, esistono diversi strumenti e strategie per evitare la doppia imposizione, sia attraverso trattati internazionali che grazie a normative nazionali. In questa guida, esploreremo in dettaglio cos’è la doppia imposizione, quali sono i meccanismi per evitarla e quali strategie possono adottare individui e aziende per ottimizzare la loro posizione fiscale.
Cos’è la doppia imposizione internazionale?
La doppia imposizione si verifica quando due stati applicano un’imposta sullo stesso reddito o guadagno. Questo può accadere in due casi principali:
- Doppia imposizione giuridica – Quando due paesi tassano lo stesso soggetto sullo stesso reddito. Ad esempio, un cittadino italiano che lavora in Germania potrebbe essere tassato sia in Italia (paese di residenza) che in Germania (paese in cui ha prodotto il reddito).
- Doppia imposizione economica – Quando due entità diverse vengono tassate sullo stesso reddito. Ad esempio, una società potrebbe pagare imposte sugli utili in un paese e, quando distribuisce i dividendi, gli azionisti potrebbero essere tassati di nuovo in un altro paese.
Per evitare questa situazione, gli stati stipulano Convenzioni contro la doppia imposizione (CDI) e prevedono misure nazionali specifiche.
Strumenti per evitare la doppia imposizione
1. Convenzioni contro la doppia imposizione (CDI)
La soluzione più efficace per evitare la doppia imposizione è rappresentata dalle Convenzioni bilaterali contro la doppia imposizione (CDI). Questi trattati, firmati tra due paesi, stabiliscono in che modo i redditi devono essere tassati e quali paesi hanno il diritto di applicare l’imposta.
Le CDI si basano generalmente sul Modello OCSE di Convenzione Fiscale, che prevede regole per:
- determinare la residenza fiscale di un individuo o un’azienda
- assegnare il diritto di tassazione tra i due paesi
- definire meccanismi per eliminare la doppia imposizione
Le convenzioni stabiliscono principi chiave come:
- Esclusione dell’imposizione in uno dei due stati: Il paese di residenza può esentare il reddito da tassazione o concedere una riduzione d’imposta.
- Metodo del credito d’imposta: Il contribuente paga le tasse nel paese di origine e riceve un credito d’imposta nel paese di residenza per evitare una doppia tassazione.
2. Metodo dell’esenzione fiscale
Alcuni stati adottano il metodo dell’esenzione, in base al quale il reddito prodotto all’estero non viene tassato nel paese di residenza. Questo metodo può essere totale o parziale:
- Esenzione totale: Il paese di residenza non tassa il reddito estero.
- Esenzione con progressività: Il reddito estero viene considerato per calcolare l’aliquota progressiva ma non è soggetto a imposta diretta.
Ad esempio, in alcuni paesi europei, i redditi da lavoro dipendente prodotti all’estero non sono soggetti a imposta nazionale se il contribuente trascorre un certo numero di giorni fuori dal paese.
3. Metodo del credito d’imposta
Il metodo più comune per evitare la doppia imposizione è il credito d’imposta, in cui il paese di residenza concede un credito pari all’imposta pagata all’estero.
Esempio:
- Un cittadino italiano guadagna 50.000 euro in Francia e paga il 30% di tasse in Francia (15.000 euro).
- L’Italia applica un’aliquota del 35% su quel reddito.
- Per evitare la doppia imposizione, l’Italia concede un credito d’imposta di 15.000 euro sulle tasse dovute in Italia.
- In questo modo, il contribuente paga solo il 5% aggiuntivo in Italia invece di subire una doppia tassazione.
4. Tassazione per residenza o fonte
Alcuni paesi adottano il principio della tassazione per residenza, mentre altri applicano il principio della tassazione per fonte:
- Tassazione per residenza: Il paese tassa i suoi residenti su tutti i redditi, indipendentemente da dove siano stati generati.
- Tassazione per fonte: Il paese tassa solo i redditi prodotti all’interno dei suoi confini.
I paradisi fiscali spesso adottano la tassazione per fonte, il che significa che i redditi guadagnati all’estero non sono tassati.
5. Accordi specifici per dividendi, interessi e royalties
Molte convenzioni prevedono regole specifiche per dividendi, interessi e royalties per evitare una tassazione eccessiva.
- Dividendi: Le CDI spesso stabiliscono una ritenuta d’acconto ridotta o nulla sui dividendi pagati a un non residente.
- Interessi: Gli interessi sui prestiti tra aziende in diversi paesi possono essere soggetti a un’aliquota ridotta per evitare una doppia imposizione.
- Royalties: Molti trattati prevedono esenzioni o aliquote agevolate per il pagamento di royalties tra due stati.
Strategie pratiche per individui e aziende
1. Determinare la residenza fiscale
Individui e aziende devono stabilire chiaramente la loro residenza fiscale per sapere in quale paese dichiarare i redditi. Se si lavora o si vive in più paesi, è essenziale verificare le regole delle CDI applicabili.
2. Utilizzare società holding
Molte multinazionali usano holding in paesi con CDI favorevoli per minimizzare la tassazione sui dividendi e ottimizzare il flusso di redditi internazionali.
3. Richiedere esenzioni fiscali
Se un paese consente l’esenzione sui redditi esteri, è utile informarsi sulle condizioni e sui requisiti per accedere a questo beneficio.
4. Evitare strutture artificiali
Le autorità fiscali stanno rafforzando i controlli sulle strutture aziendali create solo per evitare tasse (pratiche di abuso del diritto). È importante che le operazioni abbiano una sostanza economica reale.
5. Consultare un esperto fiscale internazionale
La fiscalità internazionale è complessa e cambia frequentemente. Consultare un commercialista esperto in fiscalità internazionale può evitare errori e garantire la conformità con le leggi dei diversi paesi.
Implicazioni della doppia imposizione per aziende e lavoratori
La doppia imposizione non è solo un problema teorico, ma ha implicazioni concrete per aziende, lavoratori autonomi e dipendenti che operano in più paesi. Capire come affrontarla è fondamentale per ottimizzare la fiscalità e non subire un peso fiscale eccessivo.
Per le aziende
Le imprese internazionali che operano in diversi paesi devono affrontare la doppia imposizione sugli utili aziendali e sui flussi di denaro tra le filiali. Questo può avvenire sotto forma di:
- Doppia tassazione sugli utili societari, se i profitti sono tassati sia nel paese dove vengono generati che nel paese della casa madre.
- Ritenute alla fonte sui dividendi, interessi e royalties, che riducono la redditività quando i fondi vengono trasferiti tra paesi.
- Imposte su servizi transfrontalieri, ad esempio quando una società madre fornisce servizi di consulenza alle sue filiali estere.
Per evitare questi problemi, le aziende spesso utilizzano trattati fiscali, holding in paesi con convenzioni favorevoli e strategie di transfer pricing per allocare correttamente i profitti tra le giurisdizioni.
Per i lavoratori
I lavoratori che operano in più paesi possono essere tassati sia nel paese dove percepiscono il reddito sia nel paese di residenza fiscale. Questo è comune per:
- Espatriati che lavorano temporaneamente all’estero.
- Lavoratori in smart working per aziende di un altro paese.
- Professionisti e freelancer con clienti internazionali.
L’uso delle convenzioni fiscali, la scelta del regime di residenza fiscale e la corretta dichiarazione dei redditi sono fondamentali per evitare pagamenti doppi o sanzioni.
Strumenti internazionali per evitare la doppia imposizione
Oltre alle convenzioni bilaterali tra paesi, esistono strumenti internazionali sviluppati da organizzazioni come l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e l’ONU per ridurre il problema della doppia imposizione e migliorare la trasparenza fiscale tra le nazioni.
Modello OCSE di Convenzione Fiscale
L’OCSE ha sviluppato un modello standard di convenzione fiscale che molti paesi utilizzano come base per i propri trattati bilaterali. Questo modello definisce i criteri per stabilire la residenza fiscale, le regole sulla tassazione dei redditi e i meccanismi per evitare la doppia imposizione, come il credito d’imposta e l’esenzione fiscale. Maggiori dettagli sul modello OCSE sono disponibili sul sito ufficiale dell’OECD Tax Treaties
Multilateral Instrument (MLI)
Nel 2017, l’OCSE ha introdotto il Multilateral Instrument (MLI), un accordo che modifica contemporaneamente più trattati fiscali per prevenire l’elusione fiscale e migliorare l’efficacia delle convenzioni contro la doppia imposizione. L’MLI è adottato da numerosi paesi e ha lo scopo di impedire pratiche abusive come il treaty shopping, dove le aziende sfruttano trattati fiscali per ottenere vantaggi indebiti. Puoi consultare la lista dei paesi che hanno ratificato l’MLI sul sito ufficiale dell’OECD MLI Status.
Evitare la doppia imposizione internazionale è essenziale per proteggere i guadagni e ottimizzare la gestione fiscale. Grazie a convenzioni internazionali, crediti d’imposta e strategie mirate, individui e aziende possono ridurre il carico fiscale e operare più efficacemente a livello globale.
Chi opera in più paesi dovrebbe sempre verificare le convenzioni fiscali applicabili e pianificare attentamente la propria struttura fiscale per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.